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#JobCafè WITH Elvira Marasco

da | Nov 16, 2020 | Uncategorized | 0 commenti

Il tema delle donne e della diversità di trattamento nel mondo del lavoro
è uno dei temi centrali del W20
che quest’anno sarà in Italia a Luglio.

Abbiamo parlato di questo e di altro ancora con Elvira Marasco,
Senior Advisor in AIDDA per il W20 in Italia.

Ci racconti un po’ di te, come sei arrivata ad occuparti di AIDDA?

È successo molti anni fa, più di 16. La Segreteria nazionale di AIDDA è a Roma, la mia città di residenza. Diventò presidente nazionale in quegli anni una mia  amica che mi chiese di darle una mano nel tenere le relazioni esterne e quelle con le istituzioni. Io rientravo da un lungo periodo all’estero e collaboravo con associazioni di volontariato; con una di queste portavamo avanti progetti per aiutare le donne in aree geografiche molto disagiate tipo l’Afghanistan, alcune zone del Medio Oriente. Aidda mi sembrò subito un’associazione interessante e dinamica con tanto potenziale. Mi ci dedicai con entusiasmo.

Cos’è W20 e quali sono i suoi obiettivi?

W20 sta per Women 20, ed è un gruppo di interesse della società civile che ha come scopo quello di elaborare proposte di policy per i leader dei paesi membri del G20. Il W20 nasce in seguito alla dichiarazione di Brisbane (Australia) in cui i paesi partecipanti, che rappresentano l’80% del PIL mondiale, si impegnano a ridurre del 25% il divario tra uomini e donne nella partecipazione al mercato del lavoro entro il 2025. Durante il G20 australiano si evidenziò che le donne non erano ben rappresentate e fu deciso di dare loro più voce istituendo il Women 20. L’anno successivo durante la presidenza G20 Turchia, il W20 fece il suo esordio. Questi sono i temi trattati dal W20: Labour inclusion,  Financial inclusion,  Digital inclusion.  Le delegate italiane sono rappresentanti della società civile scelte in base ai loro CV e con esperienza nelle tematiche di genere.

Le donne hanno fatto molti passi in avanti, ma ancora non hanno raggiunto la reale parità che si può fare, a tuo giudizio, per superare il gap

Sicuramente c’è molta resistenza “maschile” ancora da combattere. Molta ignoranza e anche muri cementati da stereotipi e pregiudizi. Ma il cambiamento è in atto. E non si fermerà. Ormai è un dato di fatto che le donne, quelle giuste, possono fare la differenza.
Io credo che si debba cominciare con una nuova ottica educazionale, facendo in modo che anche le figure femminili del passato vengano considerate e non permettere che i libri di storia raccontino solo una storia al maschile. Tante sono le donne che hanno cambiato il mondo e alcune non sono conosciutissime.
Poi ci vuole più armonia tra donne, specie tra quelle che arrivano a ricoprire alte cariche. Bisogna essere coese, abbiamo uno scopo comune, il percorso deve essere fatto insieme mettendo da parte protagonismi.

Che consigli daresti a tutti i giovani che oggi si affacciano al mondo del lavoro?

Di studiare, tanto. Non solo la materia di cui poi vorranno occuparsi ma di farsi anche una cultura generale, di essere curiosi e di andare a vedere da dove sono iniziate le cose, qualunque sia l’argomento loro vogliano imparare. La cultura intesa come apertura è la chiave di tutto. Ma non deve essere monotematica. A volte si incontrano giovani laureati in robe da fantascienza che non sanno cosa è la Consip oppure non conoscono la capitale del Cile.

Che consiglio vuoi dare alle donne?

Un consiglio bello chiaro: delegate la cura di casa, pavimenti, piatti, di tutto quello che vi pare, ma prendete in mano la cura dei soldi anche condividendola con il partner. Abbiate la forza di prendere in gestione almeno una parte del vostro budget familiare ,e non solo le spese del supermercato. Da un’altra indagine è risultato che la classico di Wordivisione dei compiti in casa avviene così: Il 70% delle donne si occupano di casa ,figli, anziani malati; gli uomini di riparazioni, commissioni fuori casa, banca e decisioni di investimento. E alla domanda “qual è la ragione di questa ripartizione” Le tre principali risposte sono state: “non c’è una ragione”; “è una ripartizione naturale”; “abbiamo fatto quello che ci veniva meglio”. Questo significa che il 70% delle donne italiane pensa che va bene così. C’ è un problema di autoconsapevolezza che viene prima del welfare.

Comunicazione QJ